1^ DOMENICA DI QUARESIMA
Antifona
d'Ingresso
Egli
mi invocherà
Colletta
O
Dio, che conosci la fragilità della natura umana ferita dal peccato, concedi al
tuo popolo di intraprendere con la forza della tua parola il cammino
quaresimale, per vincere le seduzioni del maligno e giungere alla Pasqua nella
gioia dello Spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo figlio, che è Dio,
e vive e regna...
1^
Lettura
Dal libro della Genesi
Allora
il Signore Dio plasmò l'uomo con
polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo
divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in
Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva
plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi
graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in
mezzo al giardino e l'albero della
conoscenza del bene e del male.
Salmo
Pietà
di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella
tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami
da tutte le mie colpe,
Riconosco
la mia colpa,
Contro
di te, contro te solo ho peccato,
Crea
in me, o Dio, un cuore puro,
Non
respingermi dalla tua presenza
Rendimi
la gioia di essere salvato,
Signore,
apri le mie labbra
2^
Lettura
Dalla lettera di San Paolo Apostolo ai Romani
Fratelli,
come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la
morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno
peccato.
Canto
al Vangelo
Lode
a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Non
di solo pane vive l'uomo,
Lode
a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Vangelo
Mt 4, 1-11
Dal Vangelo secondo Matteo
In
quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal
diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame.
RIFLESSIONE
Come tutti gli anni, quaranta giorni prima della festa della Pasqua di risurrezione, la Chiesa, nella sua saggezza di madre, ci propone, attraverso la liturgia, un cammino di preparazione, per comprendere meglio e vivere nel vero spirito la Pasqua del Signore e nostra.. Questo tempo di Quaresima ha sofferto, come tutti gli altri valori e usi cristiani, di logoramento e di difficile comprensione da parte dei credenti. Spesso si è guardato ad esso sottolineando solo e troppo il senso penitenziale, per cui Quaresima e tempo dei "musi lunghi" hanno coinciso, e siccome a nessuno piacciono i musi lunghi, spesso si è perso del tutto il vero significato del sacrificio e anche del digiuno. Altre volte considerando che il cristiano vive ogni giorno la Pasqua si è talmente sminuito il fattore liturgico della sua celebrazione, per altro anche questa, come il Natale, contornata da tanti aspetti esteriori e consumistici, da perderla di vista e con essa anche il tempo di preparazione… c’è poi tra i cristiani anche qualche nostalgico che ripristinerebbe digiuni e penitenze, come ai bei tempi andati, pensando che questa sia l’unica strada gradita a Dio. Come sempre il Vangelo, che pure è terribilmente esigente in fatto di scelte personali, è invece molto equilibrato per tutto quello che riguarda la liturgia e la norme e gli usi e le abitudini e mette sempre in evidenza i valori al di sopra delle forme. Potremmo allora sintetizzare in questo modo: la Quaresima è una proposta di cammino di quaranta giorni che la Chiesa ci propone in preparazione alla Pasqua, perché noi cristiani ritrovando, anche attraverso la penitenza, il digiuno cioè il recupero dei valori cristiani al di là delle apparenze e la carità, i veri valori dell’insegnamento di Gesù, possiamo con Lui fare il passaggio dalla morte alla vita, dal peccato alla liberazione. Fin dalle letture di questa prima domenica ci viene allora indicato Colui verso il quale dobbiamo guardare e che dobbiamo imitare. Gesù, dopo il battesimo del Giordano, dopo che il Padre ha fatto sentire la sua voce su di Lui e ce lo ha indicato come Colui che noi dobbiamo ‘ascoltare’, non inizia subito la sua vita pubblica con grandi miracoli, applaudito da tutti, ma viene spinto nel deserto dallo Spirito Santo. Perché questo? Perché Gesù nella sua umanità possa da una parte recuperare tutti i valori storici della storia della salvezza del suo popolo, e, attraverso la tentazione, aver chiaro il progetto di salvezza di Dio Padre nei suoi confronti e nei confronti della nostra umanità.. Gesù sperimenta nel deserto, come il popolo degli Ebrei fuggito dall’Egitto, il grande senso del Dio che libera, ma scopre anche la fatica della fedeltà, il bisogno continuo di purificazione, la tentazione degli idoli, il valore della Parola di Dio donata e operante, la necessità di una fiducia e di un abbandono totale a Dio per arrivare poi alla donazione totale.
Proprio guardando Gesù, vogliamo anche noi lasciarci guidare dallo Spirito Santo? Lo Spirito che, ricordiamo Elia, non è forte come il vento gagliardo, ma soffia come una brezza dolce, non ci porta facili soluzioni ai nostri problemi di uomini, ma spinge anche noi, come Gesù nel deserto. Per trovare Dio, per capire l’amore di Gesù, per riscoprire il valore di essere Figli di Dio e il senso di eternità che è in noi, per provare a trovare una strada di comprensione della sofferenza umana, abbiamo, prima di tutto, bisogno di silenzio. Noi spesso ci stordiamo con le parole e le cose, abbiamo sempre qualcosa da fare, da dire, da sentire e alla fine è difficile capire un po’ più a fondo chi veramente siamo e dove andiamo. Solo quando riusciremo ad essere davvero presenti a noi stessi, lasciati gli orpelli e le cose, arriveremo ai valori essenziali della vita. Solo attraverso una attenta lettura della Parola di Dio possiamo riscoprirci popolo di Dio in cammino, rivalutando i fratelli come persone in marcia con noi, salvati come noi. Il deserto, il silenzio, con ogni probabilità faranno rinascere in noi la meraviglia, la scoperta di un Dio che davvero ci è Padre, che ha compiuto e compie opere grandi. Ma nel deserto, con Dio, scopriremo anche un’altra presenza: quella del maligno che, come ha fatto con Gesù, cerca in tutti i modi di distoglierci dal piano di Dio e di tentarci di idolatria.
Prima di tutto non dobbiamo spaventarci davanti alle tentazioni. Essere tentati non è peccato. Tante volte mi è capitato di sentire in confessione: "Padre, sono sempre fortemente tentato". Non spaventarti anche Gesù è stato tentato nel deserto, nella sua vita pubblica, nell’orto degli ulivi, sulla croce. I santi sono stati tutti tentati. Seconda cosa: non è Dio che tenta cioè non è Dio che ti mette trabocchetti sul cammino per farti cadere. Al massimo Dio, attraverso la prova, vuol farti crescere nella fedeltà, vuole avvicinarti a sé. Chi è invece che tenta per far cadere? E’ il demonio che si serve di noi stessi cioè della nostra natura "inquinata dal peccato" e anche del "mondo" inteso come mentalità che si oppone a Dio, quindi, come dice San Giovanni: "Il padre della menzogna", il diavolo, ci prova in mille modi diversi, ma facciamo attenzione, il fondo di ogni tentazione è sempre lo stesso: portarci a fare a meno di Dio. La prima lettura ci ha riferito la tentazione di Adamo ed Eva: il diavolo fa apparire ancor più bello e allettante il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, gioca sulla voglia di "essere come Dio", si serve anche della seduzione della donna nei confronti dell’uomo… il tutto per condurre l’uomo da una parte a dire: "Che male c’è a fare questo" e dall’altra a dire: "Se io sono come Dio posso fare a meno di Lui" La tentazione della fame che sia il popolo di Israele che Gesù hanno provato nel deserto è quella di risolvere i problemi appagando le necessità: hai fame? Risolvila mangiando. Hai desideri? Appagali. Il cibo, il denaro, le cose possono risolvere uno ad uno tutti i tuoi problemi: che bisogno hai ancora di Dio? La tentazione del facile successo parte dal giusto desiderio che ognuno di noi ha di essere apprezzato, amato. Esasperando questo desiderio si arriva però a pensare che ogni felicità consista nell’essere importante, applaudito, riconosciuto. Nel deserto era stata la tentazione del Vitello d’oro: facciamoci un Dio visibile, come tutti gli altri popoli, non importa se sappiamo che è solo una statua fatta con il nostro oro: ci sarà come un segno di unità, alle cerimonie e al resto ci penseranno i sacerdoti che creeranno tradizioni e abitudini e noi avremo un Dio meno scomodo del Dio vivo. C’è poi ancora per il diavolo la sempre attuale tentazione del potere: il potere sia esso grande, sia piccolo nella tua famiglia, nel tuo ufficio, nella comunità cristiana, ti fa sentire forte, puoi fare quello che vuoi, puoi sfruttare gli altri, ti senti pago: non hai più bisogno di Dio perché sei arrivato tu al suo posto. Gesù risponde a queste tentazioni in modi diversi, ma lo stile è unico: Gesù si fida di Dio e della sua Parola. Se mi fido di Dio il pane del necessario non mi mancherà mai. Mi darò da fare, faticherò personalmente, condividerò il pane dei fratelli e con i fratelli, ma il senso essenziale della vita non mi verrà mai a mancare, neanche davanti alla morte. L’essere apprezzati, la fama può essere una cosa gradevole, ma più che essere apprezzati dagli uomini è importante essere nel cuore di Dio. I piccoli poteri della terra si pagano estremamente cari e non danno poi nessuna sicurezza: quando ne hai conquistato un pezzetto devi combattere tutta la vita per cercare di mantenertelo. L’unico vero potere è sapere che siamo Figlio di Dio, amati da Lui, salvati dalla sua misericordia. In questi giorni di Quaresima, abbiamo voglia di lasciarci portare dallo Spirito nel deserto per riscoprire questi valori? Se faremo questo, credo che scoprire che la fatica del sacrifico, della vigilanza e la lotta contro la tentazione non solo non saranno una cosa "da musi lunghi", ma la scoperta gioiosa di noi stessi e Dio che ci vuole bene e che cammina con noi verso la nostra totale redenzione.
Sulle
Offerte
Si
rinnovi, Signore, la nostra vita e col tuo aiuto si ispiri, sempre più al
sacrificio, che santifica l'inizio della Quaresima, tempo favorevole per la
nostra salvezza. Per Cristo nostro Signore.
Dopo
la Comunione
Il
pane del cielo che ci hai dato, o Padre, alimenti in noi la fede, accresca la
speranza, rafforzi la carità, e ci insegni ad avere fame di Cristo, pane vivo e
vero, e a nutrirci di ogni parola che esce dalla tua bocca. Per Cristo nostro
Signore.